Intervista a Massimo Bonini: “Portavo io Pioli a Torino, lui non aveva la patente…”

Un fiume in piena: a Massimo Bonini, alla Juventus per 7 stagioni negli anni Ottanta in cui ha vinto tutto, basta dare l’imbeccata per far scaturire tutta la sua passione per il pallone rimasta intatta nel tempo.

Bonini, nato a San Marino nel 1959, è ex dirigente sportivo e allenatore di calcio, ex calciatore sammarinese di ruolo centrocampista. Dal 2017 al 2020 è stato direttore tecnico della Federazione Sammarinese Giuoco Calcio.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e toccato con lui tutti i temi dell’attualità calcistica.

Massimo, scudetto del Milan meritato?

“Assolutamente sì, è stato bravo Pioli a migliorare una squadra giovane e cambiare la mentalità. E’ cambiata la personalità, la voglia di vincere, il desiderio di non mollare mai e la determinazione. Il Milan ha giocato un ottimo calcio e non ha mai ceduto”

Più vinto dal Milan o più perso dall’Inter?

“Più vinto dal Milan anche se l’Inter forse l’ha un po’ buttato, perché quella partita persa a Bologna è stata un regalo. Ma i rossoneri non hanno mai mollato e poteva anche accadere. Tante volte i giocatori giovani fanno buone partite ma non sono mai continui, e invece il Milan è riuscito a recuperare delle partite che sembravano perse. E poi sono proprio contento per Pioli…”

Pioli, un tuo compagno a Torino nella Juventus, seppur fosse giovanissimo.

“Pensa che non aveva la patente, lo portavo sempre io a Torino. Passavo a prenderlo a Parma. Era già un bravo ragazzo…”

Nel Milan scudettato è spiccato Sandro Tonali, centrocampista come lo eri tu.

“Riesce a inserirsi senza palla, è bravo nelle conclusioni ed è un centrocampista completo. Anche per la nazionale italiana è una risorsa. Dico sempre a tutte le società che mi piacerebbe vedere giocatori italiani bravi, che ci sono, ma bisognerebbe valorizzarli. Abbiamo sempre il problema che sono giovani e allora abbiamo paura di bruciarli…”

Mancini dice che su 54 giocatori visionati, il 90% giocherebbe in A…

“A 17 anni nelle altre nazionali giocano titolari. Io sono contento per Mancini, ha fatto un lavoro fantastico e sta cercando di dare la possibilità a tanti giocatori, anche di B, di farsi vedere”.

Qual è il centro di tutti i mali in questo senso, secondo te?

“Poche squadre investono nel settore giovanile, e per farlo devi avere delle strutture. Quante società hanno delle strutture adeguate per creare un centro sportivo? Anche l’Atalanta sta iniziando a pescare giocatori in tutti il mondo. Oggi come riferimento abbiamo l’Empoli, una volta era il Torino. Però tutte le società, soprattutto anche quelle grosse, dovrebbero cercare di lavorare sul settore giovanile. C’è una cosa che non riesco a capire…”

Siamo tutto orecchi.

“Abbiamo detto per molto tempo che bisognava fare le seconde squadre. Solo la Juventus l’ha fatto. Ecco, i bianconeri dovrebbero pescare da questa Under 23…”

A proposito, non credi che sia un paradosso creare una squadra giovanile ma spendere sempre per giocatori affermati?

“Spero che quest’anno cambino le cose. Per esempio, Minetti, che a volte ha giocato, ha dimostrato di essere valido. Ha intensità, tecnica, buoni piedi. E poi un ragazzo di 23 anni ormai è già affermato. E poi anche nelle squadre Primavera ormai sono tutti stranieri. Bisogna lavorare di più sugli italiani, come per esempio ha sempre fatto il Cesena. Se avessimo strutture adeguate e facessimo un lavoro migliore, anche noi potremmo sfornare talenti. Te lo spiego con un esempio…”

Vai.

“A San Marino siamo in pochi, eppure i talenti emergono, per esempio nelle bocce. O nel tiro al piattello. Ma se non hai le strutture non puoi fare il ciclista e andare con la Graziella… Noi siamo 30 mila abitanti e siamo riusciti a vincere delle medaglie. Servono degli allenatori bravi e molta passione, oltre che il talento. Però i risultati dimostrano che persino dentro San Marino il talento c’è…”

Cosa ne pensi del ritorno di Lukaku all’Inter?

“Non sono molto per i ritorni, ma vive ancora il calcio con passione, crede nello spirito di appartenenza, da quando è andato via ha sempre parlato bene dell’Inter ed è voluto tornare, anche se…”

E da ex juventino come valuti la vicenda Dybala?

“Dybala non l’avrei mai ceduto, non si può discutere come giocatore. Lasciarlo andare via così vuol dire forse che le sue motivazioni si erano smarrite, ma non trovi tanti giocatori con quel tipo di talento e a basso costo. La Juventus vendette Baggio ma aveva già Del Piero pronto. Quando vendi questi giocatori devi essere coperto. Oppure un allenatore magari non vuole quel giocatore perché vuole cambiare modulo, e servono caratteristiche diverse. Non so, bisogna capire le dinamiche interne, e queste non le conosco. Però Dybala era il giocatore che ti metteva la palla per segnare e segnava lui stesso. Era propositivo”

Allegri, un po’ troppo difensivista, forse non ne ha sfruttato a pieno le qualità…

“Una grande squadra di solito, anche Inter o Milan per esempio, bene o male giocano sempre gli stessi giocatori e gli altri subentrano. Alla Juventus ci hanno messo un po’ di tempo per capire come sistemare i giocatori. Su dieci partite, per sette-otto devono giocare quasi sempre gli stessi. Alla Juventus quest’anno, al netto degli infortuni, è mancato uno zoccolo duro”.

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