La Regione del Nagorno-Karabakh torna ad essere teatro di tensioni tra l’Armenia e l’Azerbaigian.
Nelle scorse ore, come riferito dagli organi di stampa di entrambi i Paesi, si sono verificati scontri al confine nell’area a maggioranza armena che nel 1991 con la dissoluzione dell’Unione Sovietica si è staccata dall’Azerbaigian rendendosi indipendente.
I due governi si sono vicendevolmente accusati di attacchi militari che hanno causato vittime e feriti, il cui numero non è ancora definito con certezza. Secondo l’Armenia sarebbero 49 i morti, condannando l’aggressione e le intenzioni di avanzare da parte dell’esercito azero. Dall’altra parte Baku ha invece sottolineato come la controparte stia tentando di interrompere il processo di pace che nel 2020 aveva vissuto giorni drammatici con 6500 persone che avevano perso la vita, con la Russia che era riuscita ad ottenere il cessate il fuoco attraverso la mediazione. Mentre nel 1991, data del primo conflitto, furono circa 30 mila le vittime.
Proprio la Federazione con a capo Putin, che nei giorni scorsi ha perso territori conquistati in precedenza in Ucraina, è stata chiamata in causa dall’Armenia che ne ha chiesto l’intervento in virtù di un trattato di amicizia e cooperazione vigente.
I media azeri, nelle ultime ore, hanno dichiarato che i due Paesi avrebbero trovato un accordo per una tregua ma la notizia deve ancora essere confermata.