Il G7 in corso ad Elmau, nelle Alpi Bavaresi, sta vivendo giornate fondamentali per ovviare alla crisi energetica aggravatasi dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, con l’innalzamento dei prezzi e le difficoltà di approvvigionamento che stanno creando gravi criticità a livello globale, ai quali si aggiunge anche la questione della sicurezza alimentare conseguente al blocco dei porti ucraini sul Mar Nero.
Accolte anche le richieste del premier italiano Mario Draghi che negli scorsi giorni aveva aperto alla possibilità di stabilire un price cap per le fonti energetiche provenienti dalla Russia, gas e petrolio su tutte, così da limitare gli introiti della Federazione che sarebbero impiegati per continuare la guerra in Ucraina.
Come si legge nel documento, i 7 grandi stanno “lavorando per assicurarci che la Russia non sfrutti la sua posizione di produttore di energia per trarre profitto dalla sua aggressione a spese dei vulnerabili Paesi. Pur prendendo provvedimenti immediati per garantire l’approvvigionamento energetico e fermare gli aumenti prezzi dell’energia spinti da condizioni di mercato straordinarie, non comprometteremo il nostro obiettivi in materia di clima e biodiversità, inclusa la transizione energetica”. Il che non chiarisce definitivamente le azioni da intraprendere per quel che concerne l’uso delle centrali a carbone e quelle nucleari, tema dibattuto nelle settimane precedenti, che ha portato centinaia di attivisti per il clima a manifestare in Baviera.
L’obiettivo finale è quello di rendersi indipendenti dalla Russia nel minor tempo possibile e con un impatto minimo nei confronti dei comparti industriali e dei cittadini.
Si discute anche sulla possibilità di aggiungere alle sanzioni anche l’import dell’oro russo, ma su questo argomento ancora non si è raggiunto un accordo, con gli Stati Uniti e il Regno Unito che fanno pressione mentre altri Paesi, su tutti la Francia di Macron, più attendisti, evidenziando come in qualche modo bisognerà trovare un compromesso diplomatico, evitando di umiliare Putin e il grande Paese Euroasitico, inevitabilmente collegato al Vecchio Continente.