In Belgio si continua a parlare e a discutere sulla vicenda che ha recentemente riguardato Shanti De Corte, 23enne belga, che ha deciso di procedere con l’eutanasia legale in un Paese che è tra i più aperti per quanto riguarda il fine vita.
La ragazza era una dei sopravvissuti agli attacchi terroristici che nel 2016 colpirono la capitale Bruxelles ed era presente all’interno dell’aeroporto in quel drammatico 22 marzo. Un evento che la aveva colpita profondamente e aveva causato pesanti problemi psicologici, con ansia e stress che in questi anni l’avevano costretta all’uso massiccio di psicofarmaci.
La sua situazione era stata costantemente documentata tramite i suoi profili social, con messaggi che evidenziavano il suo status e la sua impossibilità di poter condurre una vita serena, dimenticando quanto vissuto in quei terribili momenti.
Da qui la decisione dell’eutanasia legale, risalente allo scorso maggio, e le conseguenti polemiche relative alla giovane età di Shanti, con alcuni medici che hanno contestato l’approvazione del suicidio assistito, essendo state proposte alcune terapie specifiche per cercare di alleviare le sue sofferenze, con la Procura di Anversa che però ha stabilito la correttezza dell’iter procedurale per adire a tale soluzione.
Questo l’ultimo post di saluto della giovane: “È stata una vita di risate e lacrime, fino all’ultimo giorno. Ho amato e mi è stato concesso di sapere cos’è il vero amore. Me ne vado in pace. Sappiate che già mi mancate”.