“Mandaci i soldi se no nostro figlio dovrà dormire in stazione o su una panchina in mezzo alla strada”.
Questo il contenuto del ricatto che con cadenza ormai quasi giornaliera una madre sta rivolgendo all’ex convivente dopo aver rapito il loro figlio di 6 anni da una comunità dell’entroterra Cesenate dove il Tribunale dei Minorenni di Bologna aveva collocato lei e bambino.
Dopo il rapimento la donna è fuggita 20 giorni fa per iniziare un lungo pellegrinaggio in Europa che l’ha portata in Belgio (a Bruxelles il papà che abita a Berlino gli avrebbe voluto fare arrivare degli abiti, ma all’indirizzo avuto dalla donna di lei non è stata trovata traccia), in Germania. Il sospetto è che ora potrebbe aver già sorvolato la Manica per riparare in Gran Bretagna.
Ora sulle tracce della 43enne di Rimini, dopo la denuncia presentata ai carabinieri per sottrazione di minore, dovrebbe esserci anche l’Interpol.
L’uomo sperava che si potessero controllare in tempo reale i prelievi fatti dopo la ricarica della Poste pay alla ex. Purtroppo, però, fino ad oggi intoppi vari stanno lasciando il piccolo in balia della madre sottoposta lo scorso anno ad un trattamento sanitario obbligatorio.
Tso chiesto dopo che aveva mandato all’asilo in pieno inverno il piccino vestito del solo accappatoio con le ciabatte ai piedi. Dalla scuola era subito partita la segnalazione ai servizi sociali che a loro volta avevano informato il Tribunale dei Minorenni.
L’istruttoria si era conclusa con il ricovero coatto e con la sospensione temporanea della patria potestà.
I giudici minorili le hanno comunque offerto la possibilità di non staccarsi dal figlio se avesse accettato di andare a vivere in una comunità, individuata in una struttura del Cesenate. Opportunità che la 43enne, un passato importante di lavoro all’estero, ha subito colto per rapire il figlio. Dalla comunità ha fatto perdere le proprie tracce la stessa notte del loro arrivo.