Sanità: C’è l’ok, la Commissione approva la Riforma delle pensioni

Approvato giovedì mattina in commissione sanità il ddl per la riforma delle pensioni: 17 presenti, 10 voti favorevoli e 5 contrari, 2 astenuti.

Tra i punti fondamentali, l’intervento dello Stato a favore della sostenibilità dei fondi. L’impostazione del Governo, al momento, è di prelevare una somma fissa nel 2023 e 2024 di 17 milioni e 500mila euro che salirà, fino al 2032, a 20 milioni.

Salirà al 2,2% la rivalutazione delle pensioni dal 2023 al 2027.

Per il Segretario alla Sanità, Ciavatta, si è cercato di andare incontro alle richieste delle organizzazioni sindacali per ridurre, almeno per i primi anni, la somma che, in un primo momento, era di 20 milioni.

Per il Segretario alla Sanità, Ciavatta, si è cercato di andare incontro alle richieste delle organizzazioni sindacali per ridurre, almeno per i primi anni, la somma che, in un primo momento, era di 20 milioni. Critiche le opposizioni. Per Libera si “aggredisce il futuro” delle generazioni. Rf prevede invece un disavanzo “fuori controllo” tra 8-10 anni. All’interno della stessa maggioranza c’è chi ammette che l’articolo ha fatto discutere, ma allo stesso tempo viene assicurato che l’intervento garantirà un mantenimento del fondo. Non passa, invece, l’emendamento sulla riduzione degli importi per il riscatto degli anni di laurea, con l’impegno però di Ciavatta a compiere approfondimenti.

Tra le proposte accolte, quella di ridurre la scontistica Smac da 15 a 10 centesimi per ogni litro di benzina e di aumentare il costo dei tabacchi di 10 centesimi a pacchetto, con lo scopo di finanziare il fondo pensioni: un contributo temporaneo che porterà, si prevede, 2,8 milioni l’anno nel complesso.

Soddisfazione per Rete, che già un mese fa difendeva la Riforma con una nota che recitava così:

“Spiace constatare il tentativo, da parte di alcuni membri dell’opposizione, di svilire l’importante lavoro della segreteria Sanità che ha coinvolto, in incontri avvenuti a cadenza settimanale per circa un anno, tutte le categorie economiche e sociali del Paese in un confronto generale e condiviso come non si vedeva da anni – rimarca il movimento di governo -. Le stesse forze di opposizione, in effetti, hanno criticato la riforma poiché, a loro avviso, non sufficientemente impattante, accusandoci, sostanzialmente, di non volere attuare una macelleria sociale: non solo non respingiamo questa accusa, ma ci dichiariamo orgogliosamente ‘colpevoli’. Attendiamo, dunque, le loro proposte in Commissione, che, se coerenti con le loro posizioni espresse in Aula, consisteranno in aumenti, molto maggiori rispetto a quelli da noi proposti, dell’età pensionabile, delle aliquote contributive dei lavoratori e delle aziende, nonché del contributo di solidarietà a carico dei pensionati”.

Secondo Rete, “la verità è che questo provvedimento cerca di garantire la sostenibilità del sistema pensionistico senza attuare politiche distruttive, ossia quelle che, inopinatamente e poco coscienziosamente, le forze di opposizione si auguravano di veder incluse e realizzate”.

E ancora: “Il segretario Ciavatta ha ben spiegato come sia impensabile ripianare il disavanzo di oltre 70 milioni di euro l’anno, esistente tra pensioni pagate e contributi versati, tagliando pesantemente tutte le pensioni: la scelta è stata, invece, quella di aumentare qualche punto percentuale nei contributi previdenziali e, nel contempo, rimodulare l’accesso alla pensione, lasciando salva l’età minima di pensionamento che rimarrà a ’60’ anni. Questo, però, garantendo anche per gli anni a venire una pensione dignitosa per ogni cittadino”.

La sola riforma del sistema previdenziale, che “ora sarà all’esame della Commissione prima di tornare in Consiglio per la seconda lettura, non sarà sufficiente a migliorare i conti pubblici, ma le imminenti riforme dell’imposta sui redditi e del mercato del lavoro corroboreranno il grande lavoro svolto dalla nostra segreteria, unitamente a un inderogabile, serio e deciso impegno a perseguire e punire ogni forma di eluzione ed evasione fiscale anche attraverso una valutazione dello stile di vita in relazione ai redditi dichiarati”.

“La stagione delle riforme è cominciata: Rete e il governo avevano promesso il loro deposito per l’autunno e così è stato, con buona pace dell’opposizione che, nei tre anni in cui ha governato, non ne ha avuto la forza o la volontà, a detrimento degli interessi dei cittadini”, chiosa infine il movimento di governo.

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