E’ iniziata la prima udienza al Tribunale di Pistoia in merito alla morte del sammarinese Michael Antonelli, giovane promessa del ciclismo scomparso prematuramente all’età di soli 22 anni il 3 dicembre 2020 per insufficienza respiratoria causa Covid dopo due anni di sofferenza.
Le sue condizioni erano già gravi: a seguito di un incidente di gara nell’agosto 2018, fu ricoverato con un grave trauma cranico, lacerazioni polmonari e contusioni. Dopo poco più di due anni, contrasse una malattia respiratoria che gli provoco un’insufficienza respiratoria, portandolo al decesso.
L’accusa è quella di omicidio colposo. La famiglia di Antonelli si è invece costituita parte civile, rappresentata dagli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi e Flavio Moscatt.
L’accusa sostiene che nel tratto dell’incidente, la difficile discesa lungo il monte Oppio, non fossero state adottate misure di prevenzione per evitare le conseguenze di possibili cadute, in particolare protezioni morbide come balle di fieno, e che inoltre non fosse stato segnalato, da personale addetto dotato di fischietto o bandiera, il pericolo rappresentato da quel tratto.
Il Corriere Romagna riporta che “sul banco degli imputati per rispondere dell’accusa di omicidio colposo siedono Rodolfo Gambacciani 71 anni, di Prato, quale direttore di gara e Gian Paolo Ristori, 82 anni, di Firenze, presidente della società organizzativa”.
In aula erano presenti i genitori e il fratello di Antonelli, che si sono costituiti parti civili. “Il giudice dovrà pronunciarsi sulla richiesta di Unipol e Lloyd (chiamate in giudizio dalle parti civili) di essere estromesse dal dibattimento”. La prossima udienza è fissata al 14 marzo.