Associazione mafiosa, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, estorsione: continua il processo contro Marra


Accusa di riciclaggio di quasi 1,2 mln, proseguono il processo sul Titano e quello parallelo in Italia. Il denaro è ritenuto frutto di associazione mafiosa, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, estorsione

Massimiliano Marra 49enne originario di Galatina in provincia di Lecce che a San Marino è a processo assieme alla moglie Ganna Styopina, 39enne originaria dell’Ucraina, e alla suocera, Nadya Styopina, di 63 anni oltre confine deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa.

Le accuse sono scaturite dall’indagine denominata “Dirty slot”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce. In sostanza Marra deve rispondere assieme al fratello Alberto di rapporti con esponenti della criminalità organizzata nell’ambito della gestione di apparecchiature elettroniche da gioco in esercizi commerciali, di qui il nome dell’indagine.

Sul Titano, secondo le ricostruzioni dell’accusa, Marra cominciò a portare denaro nel periodo tra il 2006 e il 2009.

Su un proprio conto acceso in Asset Banca versò complessivamente 1.169.194 euro, in parte attraverso assegno bancari, per una somma superiore a 780mila euro, e in parte in contanti, per una somma complessiva di 327.700 euro.

Dopo questi versamenti, attraverso varie operazioni, il denaro è stato in parte trasferito all’estero negli anni successivi, tra il 2006 e il 2013, con bonifici disposti a favore della moglie e della suocera.

I trasferimenti continuarono anche successivamente, nel 2015, su conti intestati sempre a moglie e suocera all’interno di Asset Banca. I rapporti bancari, poi, vennero trasferiti in Cassa di Risparmio, in funzione della nota operazione straordinaria di assorbimento di Asset da parte di Carisp.

Emersero quindi le anomalie di quelle movimentazioni, scattarono le segnalazioni e nel 2018 venne disposto il sequestro delle somme presenti su due conti correnti per la somma complessiva di oltre 140mila euro. Somme che, quindi, ad oggi si trovano sotto sequestro.

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