Sono trascorsi nove mesi dal referendum sulla legalizzazione dell’aborto a San Marino, che ha visto stravincere il Sì con il 77% dei voti, ma ancora non è stata promulgata alcuna legge al riguardo.
A farlo notare all’indomani della storica sentenza della Corte Suprema americana che delega agli Stati federali la legislazione sull’interruzione volontaria di gravidanza, è l’Unione donne sammarinesi che ha promosso il referendum.
“Ad oggi la politica non ha ancora risposto a Unione Donne Sammarinesi sulle tempistiche di convocazione della Commissione consiliare permanente che dovrà lavorare sul progetto di legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, da aprile ferma alla prima lettura”, viene affermato in una nota. L’associazione “auspica che sia convocato al più presto un tavolo di confronto tra le forze politiche che hanno sostenuto il Sì al referendum e quelle che, pur rimanendo neutrali sul tema, hanno espresso la volontà di rispettare l’esito referendario”.
Ciò che l’associazione chiede è la presentazione di “emendamenti condivisi, lasciando fuori il solito teatrino delle bandierine, tipico di una politica del passato che nessuno vuole rivedere”.